Rispetto delle privacy utente e GDPR, normative internazionali e performance relative all’advertising. La dura vita di chi lavora nel digital marketing si è fatta ancora più dura da quando è chiamato a tenere in equilibrio fattori che sembrano inesorabilmente andare verso direzioni differenti. Come tracciare dati sulla navigazione web e, al tempo stesso, conformarsi alle normative sul consenso? La Consent mode è l’ultima novità di casa Google, un aggiornamento meno elettrizzante di molti altri inerenti al settore, ma non per questo meno importante.
Guida, poco tecnica e molto smart, alla Consent mode v 2.0 e come adeguarsi.
Se con l’ecosistema Google, da Analytics fino a Google Ads, hai a che fare dal punto di vista lavorativo, sarai già stato bombardato da promemoria, solleciti ed inviti ad approfondire la questione. Studiare e aggiornarsi, giorno dopo giorno, è d’altronde fondamentale in questo settore. Il tempo stesso sembra passare diversamente quando lavori nel digital; quello che era attuale fino a poche settimane fa, oggi rischia di non esserlo più.
Nel 2023 la Commissione Europea ha adottato il Digital Markets Act (DMA), una normativa internazionale che mira a promuovere una concorrenza più equa e a limitare le pratiche monopolistiche delle grandi piattaforme online, designate come “gatekeepers”. Una misura varata lo scorso anno, ma nei fatti entrata in vigore a marzo 2024.
Google, come è facile immagine, nella definizione di “gatekeepers ci rientra eccome e non ha nessuna intenzione di incorrere in sanzioni. La risposta? La nuova Consent Mode v2, lanciata sull’onda della prima versione rilasciata ormai nel 2021.
Google l’ha presentata al pubblico come una soluzione innovativa che permette ai siti web di rispettare le preferenze di consenso degli utenti riguardo l’uso dei cookies e altri metodi di tracciamento, senza compromettere la raccolta di dati chiave per le analisi e le strategie di marketing.
In sintesi, è una nuova funzionalità che favorisce il dialogo tra Google e le piattaforme di gestione del consenso (CMP) in modo da ottenere informazioni sulle scelte degli utenti in materia di privacy. In base al consenso, regola il comportamento dei tag e degli SDK Google, garantendo la privacy durante le conversioni e il remarketing.
La “Consent Mode v2” si presenta come una soluzione innovativa che permette ai siti web di rispettare le preferenze di consenso degli utenti riguardo l’uso dei cookies e altri metodi di tracciamento, senza compromettere la raccolta di dati fondamentali per le analisi e le strategie di marketing. Attraverso un meccanismo flessibile, consente di adattare la raccolta e l’uso dei dati in base alle preferenze espresse, garantendo così una navigazione rispettosa e trasparente.
Conformarsi alle normative sulla protezione dei dati relative al consenso (come il GDPR dell’UE, la Direttiva sulla privacy e il Digital Markets Act)
Le ‘Consent Management Platform’, in italiano ‘Piattaforma per la gestione del consenso’, sono strumenti che garantire trasparenza attorno alla gestione e conservazione dati degli utenti.
Solitamente associamo le CMP ai famosi cookie banner, che ci accolgono all’ingresso di ogni sito. Il loro lavoro non termina però lì, ma si occupano di gestire la privacy dei nostri utenti, raccogliendo e immagazzinando il consenso espresso dagli utenti in merito ai propri dati.
Nello scenario attuale esistono diverse società che offrono servizi per la gestione del consenso. La piattaforma da scegliere può dipendere da molti fattori, quali certamente il prezzo e la presenza di servizi primari e integrativi.
Nel dubbio, è una pratica di buon senso attenersi a una delle tante piattaforme che si integrano con Google.
Per chi ogni giorno lavora nel digital marketing, comprendere e implementare la “Consent Mode” non è più un’opzione, ma una necessità.
Non è escluso che a breve ci sarà un ulteriore sviluppo da parte di Google, in cui si stabilisce che senza la Consent Mode v2 non sarà possibile nemmeno misurare le conversioni delle campagne. Inoltre, già da ora, senza questo nuovo segnale di consenso Google non può raccogliere nuove audience per le attività di remarketing. Cosa aspetti? Compi il prossimo step, mettiti in regola e investi nel futuro delle tue campagne di advertising.